La Grande Guerra è la prima guerra tecnologica. Folgorante, roboante, chiassosa e maledetta. Lotta fra imperi, democrazie e solitudini. Non è tutta Terra di Nessuno, ma anche inizio della conquista dei cieli.
Nell'azzurro del cielo, sopra i reticolati delle trincee, uomini avventurosi si affrontano fra le nuvole, sfidando l'avversario a bordo di aeromobili rudimentali. Sono questi i Caproni, Pomilio, Farman, Caudron, SVA, Brandeburg. Macinini goffi, lenti, che fanno fatica ad alzarsi da terra, tanto sono carichi di bombe e mitragliatrici. Marchingegni alati, animaleschi, fatti di ferro, speranza, viti, intrugli oleosi e fiele che sprizza da ogni foro e bullone.
Non una guerra bastarda, vigliacca, truce, puttana. Non si usano più mazze, lame, magli, semplice polvere da sparo. Ma gas asfissianti, lanciafiamme, carri armati e soprattutto aerei da combattimento. La Grande Guerra è la prima guerra intelligente e tecnologica. Folgorante e roboante.
Anche i dirigibili appaiono e scompaiono nella volta celeste, grandiosi, imponenti, vanagloriosi. Colossi gonfiabili fragili ed evanescenti come sogni puerili alle primi luci dell'alba.
Squadre di soldati alle funi di ormeggio presiedono il decollo di questi pachidermi eterei, costretti a operare soprattutto di notte per sottrarsi all'attacco dei velivoli da caccia avversari e meglio sfuggire all'artiglieria contraerea. Volteggiano, attaccano, bombardando: impianti ferroviari, forti, baraccamenti, strutture ospedaliere e architetture difensive in genere. La storia dell'uomo è tutta un crea, distruggi, radi al suolo, piangi, fotti e ricostruisci.
Quando la Tecnologia incalza, si dipana, decolla, prende il volo, è tutto un fermento. Tutta una sequela di atterraggi non riusciti, prender fuoco, “capottamenti”, ribaltamenti, montaggi, rimontaggi e prender misure. È lui, l'asso, l'eroe, il campione indiscusso: il pilota. Von Richthofen, Goring, Voss, Boelcke, Fonck, Guynmer, Mannock, McCudden, Ball, Bishop, Collishaw, Barker, Baracca, Ruffo. Non uomini ben addestrati ma robot malinconici, bramosi di futuro, record di abbattimento e bionde platino ossigenate. Menti sopraffine, cavalieri cortesi medievali catapultati nella guerra fra i cieli. Condannati non a mangiar fango in trincea ma a nutrirsi d'aria filante fra i cumulonembi e i nembostrati. Se il desiderio dell'uomo, fin dai tempi di Icaro, è sempre stato quello di prendere il volo, loro sono l'espressione pulsante e demoniaca di questo desiderio. Si vola non per raggiungere in vetta il sole ma, per ucciderne uno in più. Macchine e uomo sono ora una cosa sola. Sono gli albori dell'ergonomica, mentale fisica e spirituale. Il ferro si fonde con la carne e i poeti futuristi ne cantano l'epica.
Parole, chiacchiere, cariche, contro cariche, vento e morte. Ma poi chi è ha vincere in guerra? Chi reca più dolore al nemico? Chi è più intelligente? O forse chi è più bravo a prevedere il futuro?
Editore: Gino Rossato
Lingua: Italiano
N° pagg: 141
ISBN: 88-8130-068-0
Peso articolo: 510 g
Titolo Saggio: Guerra Aerea
Autore: Basilio Di Martino
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