"E poiché guerra genera guerra, da guerra simulata nasce guerra vera, da guerra insignificante scaturisce guerra poderosa, non di rado suole accadere ciò che nel mito si racconta del mostro di Lerna" Erasmo da Rotterdam.
Iscritta da sempre agli alcolisti anonimi e al Ku Kux Klan, l'Idra di Lerna è figlia di Echidna e di Tifone, una coppia di mostri che ha dato alla luce anche diverse altre creature abominevoli, fra le quali: Cerbero, Ortro, il leone Nemeo, la Sfinge, la Chimera e Gengis Khan. La creatura leggendaria è stata allevata da Era con la sola finalità di eliminare Ercole, che la sovrana dell'Olimpo odia per via che è stato concepito da una sua rivale in amore e che ha tentato di eliminare fin da neonato gettandogli due serpi nella culla(!).
Nella mitologia greca, l'Idra di Lerna è una specie di macchina infernale, antesignana del carrarmato moderno. Coacervo abominevole di tante entità animalesche la prima, accozzaglia di vari ritrovati tecnologici il secondo. L'Idra è descritta come una mostruosità a forma di serpente anfibio, di istinto vorace, con una corazza straordinariamente resistente a tortorate e a colpi di mazze chiodate. Velenosissima, ha innumerevoli teste, di cui quella centrale è immortale. C'è chi dice ne abbia sette di zucche (vuote), altri nove, altri ancora più di settemila milioni. Il fatto è che per ognuna che ne perde gliene ricrescono delle altre, ancor più bislacche e inviperite. Questo Putiferio della natura (?) inoltre è in grado di uccidere un uomo con il solo respiro, con il contatto della pelle o semplicemente facendogli sfiorare la sua chioma fluorescente.
Quando non sta in giro a fare danni, l'Idra vive in una stamberga nei pressi della palude delle sorgenti dell'Amimone. Spesso la si incontra all'osteria della Torba, ubriaca fradicia. Va ghiotta di Gin Fizz. (E il giorno dopo le sue roboanti sbornie è ancora più carogna e intrattabile, per via del mal di testa, o meglio del mal di teste, che la affligge e la fa caracollare sovente a terra).
Affrontare l'Idra è la seconda delle dodici leggendarie fatiche di Ercole. I due duellanti si affrontano una mattina rovente di Agosto in una spiaggia vicino Capocotta, (altri storici dicono fosse Fregene, altri ancora Santorini). L'eroe di Tebe è tutto abbronzato e vuole far presto perché ha una gran voglia di pasta con le telline ma tutte le volte che taglia una delle teste a quella furia, dal collo mozzato della Babbiona di Lernia ne ricrescono altre e si buttano nella mischia digrignando i canini acuminati.
Ercole allora chiede aiuto a Iolao, un bagnino in infradito, canottiera e strafatto di Corona corretta alla tequila. Mentre l'Idra chiama a sé Carcino, un granchietto tutto pepe che non si ferma un attimo che sia uno, a mulinare in aria le sue chele rotanti. L'incontro si è trasformato in un due contro due. Gli spalti sono gremiti. Sembra Wrestling americano ma in realtà è storia greca realmente accaduta.
Danno tutti per vincenti il Satanasso delle Paludi e lo Scampo infernale ma Iolao che è uno tosto, dopo che Ercole ha tagliato una testa alla Mostra, inizia a cauterizzare con un tizzone infuocato il collo monco, impedendo così la ricrescita di un altra capoccia. Alla fine i due riccioluti tebani, sconfiggono la testa immortale, schiacciandola sotto il peso di un lettino prendisole. E' la fine dell'Idra (e delle notti brave all'osteria della Torba) e di Carcino il granchietto preso a randellate con paletta e rastrello da Ercole.
Euristeo, il giudice dell'incontro, sodale di Era, dichiara incredibilmente la vittoria non valida: Ercole ha vinto con l'aiuto di Iolao. In molti sentono puzza di doping, ma è meglio non indagare. Poco male. Per Era, regina di Ostia per un giorno, è una vittoria di Pirro. La consorte di Zeus osserva l'Idra ridotta a un cumulo di colli mozzi e Carcino una poltiglia buona per il surimi; non le rimane altro da fare che trasformarli in costellazioni. Rispettivamente l'Idra e il Cancro. Ercole il bellimbusto invece sale sulla sua 126 Fiat decapottabile e prosegue con le sue fatiche. Non ha neppure il tempo di una Peroni ghiacciata.
Un giorno lontano, ma forse nemmeno troppo, i pronipoti di Ercole, sedicenti Occidentali, a bordo di imbarcazioni rudimentali, si orienteranno, in un mare post-nucleare, post-moderno e post-tutto, un mare ristagnante e asfittico, seguendo la costellazione del Carrarmato. Così come gli antichi greci facevamo con quella dell'Idra e del Cancro. Poi proseguiranno con la costellazione della Mina Antiuomo, con quella del Kalashnikov e del Lanciarazzi Javelin e così via. Cartuccia dopo cartuccia.
Titolo: Ercole uccide l'Idra
Autore: Cornelis Cort da un dipinto di Frans Floris
Anno: 1563
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